I risultati emersi non lasciano ombra di dubbio, soltanto in questa prima parte del 2102 il settore dei mutui ha subito un calo del 50% e la stessa sorte è toccata ai prestiti finalizzati, anche se in percentuale minore.
Ma perché le banche non sono più disposte a finanziare le famiglie che desiderano comprare casa o imprese che cercano liquidità per sanare i propri bilanci o ancora giovani che intendono creare un’azienda propria?
Sicuramente è diminuito il numero di coloro i quali ricorrono al credito per investire nel mattone o semplicemente per esigenze di liquidità, ma dall’altra parte è diventato sicuramente molto difficile ottenere un finanziamento da banche e finanziarie, che hanno fortemente irrigidito i parametri di assunzione.
La realtà in effetti è un’altra, gli istituti di credito hanno timore ad erogare prestiti e mutui, a causa della crescente insolvenza da parte degli italiani già alle prese con il pagamento di vecchi debiti.
Per essi è divenuto arduo, se non impossibile, riuscire a recuperare le somme prestate e, purtroppo, la percentuale di insolvenza è destinata a salire in breve tempo fino al 15% (contro il 4%-5% di qualche anno fa).
Tutto ciò spiega il perché dell’applicazione di tassi di interesse alti e la richiesta di maggiori forme di garanzia da parte di banche e finanziarie, il cui obiettivo, a questo punto, crediamo possa essere quello di scoraggiare chiunque voglia accedere a nuovi crediti.
Stefania Guerrera
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