venerdì 21 dicembre 2012

Anche la casa vi veste a festa

Natale è alla porte e tutti, con creatività e  gusto personale, hanno addobbato le proprie abitazioni con gli oggetti tipici e i colori delle feste. Resta sempre in voga il classico rosso, magari accostato al bianco, così come lo sfavillio dell'oro e dell'argento ma l'arredamento moderno, concede spazio anche agli addobi di ultima geneazione con accostamenti cromatici inediti come i rosa e i viola, i blu e gli azzurri. 

 C'è chi preferisce il calore dello stile country, con la luce del camino, le candele accese, e i tessuti scozzesi, chi invece preferisce il total white sempre molto romantico o chi ancora sperimenta nuove forme stilizzate e moderne. L'importante e sbizzarrirsi con la fantasia spaziando dai tessuti (tovaglie, tende e coprisedie) all'illuminazione (lanterne e candele) fino ai complementi d'arredo.


Buona Natale e Buone Feste a tutti i nostri lettori.

mercoledì 19 dicembre 2012

Arredamento low cost

libreria Ovvio
Il mondo dei giovani che decidono di mettere su casa deve, purtroppo se più spesso, fare i conti con la precarietà. Si inizia tardi a risparmiare e, a causa anche dei prezzi sempre elevati delle abitazioni, in pochi si possono permettere il lusso di un arredamento di ottima qualità. In principio, molti si rifacevano ai robbivecchi per accaparrarsi qualche pezzo per arredare casa, oppure si affidavano ad amici e parenti che dovevo liberarsi di qualche mobile. Poi ci fù la rivoluzione IKEA, ossia la catena svedese di arredamento low cost che ha permesso a tutti di comporre case originali liberando la fantasia.

Oggi vorrei dare qualche alternativa all'ikea, che pur rimanendo leader nel suo settore, ha aperto le strade a diverse compagnie che producono mobilia a basso costo. 


seduta Creativando

Iniziamo con Dammidesign.it, portale per la vendita on-line di arredamento di design, dove potete trovare una buona scelta di lampade, poltrone, divani, seggioline, tavoli, letti, tappeti, arredo da ufficio e oggettistica varia. 
C’è poi Ovvio, giovane realtà al 100% italiana con quattro sedi e un vasto assortimento di soluzioni per il soggiorno, il salone, la zona cucina, notte, bagno ed esterni e un vasto assortimento di complementi d’arredo per la propria abitazione.
Infine Muji, nuovo marchio giapponese che offre un vastissima gamma di oggetti (rigorosamente no logo) ad uso quotidiano e soluzioni per una migliore organizzazione della casa. Oltre a mobili e accessori d’arredo di alta qualità con una ricercata selezione di materiali e una precisa attenzione per l’ambiente (c’è anche l’online store per chi non ha un negozio vicino casa). 
tavolini Creativando
I Grandi Maestri del Design propone repliche fedeli dei mobili Bauhaus - poltrone, divani, sedie e tavoli di produzione totalmente italiana e disegnati dai Grandi Maestri del '900 e prodotti in Italia, mentre Creativando realizza oggetti di interior design per la casa e l'arredamento, complementi d'arredo, home design e non solo, con un vasto catalogo store online

lunedì 17 dicembre 2012

Il lusso non conosce crisi


È confermata e notizia certa la crisi del mercato immobiliare che continua però ad avere un’unica e solida eccezione: il mercato degli immobili di lusso non ferma di sicuro la sua crescita; Immobiliare.it ha recentemente fatto un’analisi, in collaborazione con il suo partner internazionale rivolto in maniera specifica al mercato immobiliare del lusso (www.luxuryestate.com) , dalla quale si evince che nell’ultimo anno le ricerche di case di lusso sono cresciute del due per cento, con punte che hanno quasi toccato il10%  prendendo in considerazione le ricerche di greci, italiani e russi.
Fondamentalmente, come spiega Carlo Giordano A.D. di Gruppo Immobiliare.it, coloro che ricercano questo tipo di immobili si dividono in due gruppi, un primo composto da persone con un reddito molto alto, come russi, svizzeri, e l’altro composto da cittadini di Paesi fortemente coinvolti dalla crisi economica, come Grecia, Spagna ed Italia, dove quelli che hanno una maggiore disponibilità di denaro cercano di mettere al sicuro i propri beni.
Guardando nel dettaglio lo studio, che ha preso in esame più di venticinque mila annunci di residenze di lusso distribuiti in ventitre Paesi differenti, vediamo che il 17 per cento delle domande arriva dalla Gran Bretagna, in aumento dell’uno per cento rispetto all’anno prima, giungono nel 14 % dei casi dagli Stati Uniti, in crescita del tre per cento anno su anno; gli incrementi maggiori di queste ricerche si hanno dalla Grecia, più 8%, dalla Russia, più 6% ed infine proprio dal nostro Paese dove si registra un aumento del 5%.
Per quel che concerne l’offerta vediamo che, secondo l’indagine di Immobiliare.it e di LuxuryEstate, rimane sostanzialmente invariata la disponibilità di ville e castelli di lusso, mentre nei Paesi con maggiori difficoltà cresce moltissimo il numero di residenze di lusso messe in vendita, così il nostro Paese è quello che, a livello europeo, ha la maggiore offerta. (Giovanna Valsecchi)

venerdì 14 dicembre 2012

Il compromesso: registrazione e costi

Il compromesso, meglio noto come preliminare di compravendita, altro non è che un contratto sottoscritto dal venditore e dall’acquirente prima dell’atto pubblico o rogito.


registrazione compromessoSi tratta di un documento che può essere redatto alla presenza di un notaio o sotto forma di scrittura privata; alla sua sottoscrizione, il venditore deve garantire a chi acquista che l’immobile sia libero da vincoli all’atto finale, mentre quest’ultimo deve richiedere e ricevere tutti i documenti inerenti la casa oggetto di acquisto (atto di provenienza, visure e planimetrie catastali,regolamento di condominio, eventuale contratto di mutuo, etc.,).
Se la trattativa di compravendita è gestita da un’agenzia immobiliare, corre l’obbligo di registrare il compromesso e quindi depositarlo presso l’Ufficio del Registro, dietro pagamento di una tassa di registrazione.
In genere, per dare maggiore impegno a tale contratto, l’acquirente si impegna a consegnare una somma di denaro, definita caparra (o acconto).
Vediamo quali sono i costi che un compromesso (preliminare di compravendita) comporta:
preliminare compravenditaprima di tutto esso va registrato entro 20 giorni dalla sottoscrizione e su ogni foglio va apposta una marca da bollo di 14,62 euro; viene versata la cosiddetta imposta di registro (fissa) pari a 168,00 euro + le imposte proporzionali sulle somme versate a titolo di caparra;
se la vendita è soggetta ad imposta di registro, la quota da versare sarà pari al 3% dell’acconto; qualora essa sia soggetta ad iva, sarà necessario emettere fattura del relativo importo dicaparra (iva compresa) e la relativa aliquota che la legge prevede per la vendita;
se si tratta di prima casa questa sarà pari al 4%, se seconda casa del 10%, se casa di lusso il 20%.
L’imposta di registro versata sull’acconto potrà essere detratta da quella dovuta al momento dell’atto definitivo, soltanto in caso di vendita non soggetta ad iva. (Stefania Guerrera)

mercoledì 12 dicembre 2012

Casa, bene primario per le famiglie italiane


L’acquisto immobiliare nel nostro Paese non è mai stato un investimento di breve periodo, ma si configura sempre più come un investimento di medio-lungo termine, volto a tutelare sempre i risparmi delle famiglie.

Fiaip ha commentato a Radio24 i dati rilasciati dall’Agenzia del Territorio e Nomisma: “Da più di un anno e mezzo l’allontanamento degli investitori dal mattone è stato scoraggiato nettamente dal Governo Monti a favore dell’investimento in prodotti finanziari. Le tasse sulla casa sono aumentate e hanno penalizzato oltre che gli scambi immobiliari, il ceto medio e i piccoli risparmiatori”.
Da più di un anno il Governo Monti ha dichiarato guerra al settore immobiliare e ha penalizzato chi ha investito nella casa come bene rifugio”, ha dichiarato Paolo Righi, Presidente Nazionale Fiaip, intervenendo alla trasmissione Salvadanaio, il programma di finanza e risparmio di Radio24/Il Sole 24Ore, commentando i recenti report trimestrali dell’Agenzia del Territorio e di Nomisma.
Gli italiani hanno rinunciato all’acquisto immobiliare come bene rifugio?, domandano i giornalisi. “No. Per Fiaip, la casa rimane sempre un bene primario per le famiglie italiane; le variabili, dettate dalle incertezze fiscali, hanno penalizzato il mercato immobiliare ed incidono ancora oggi sulla domanda potenziale che ha visto una forte frenata per il mercato residenziale, in particolar modo, per le seconde e terze case.
Il problema, continua il Presidente Fiaip, è la drammatica incertezza fiscale e la confusione che regna nel settore dopo l’introduzione dell’Imu, oltre al clima creato dal Governo Monti che ha paventato anche una patrimoniale ed ha influito, per parte sua, sulla contrazione degli scambi immobiliari negli ultimi trimestri.
Spread o non spread, prosegue Righi, siamo oggi al quinto anno di calo consecutivo delle transazioni immobiliari, con numeri ben lontani dalle compravendite del 2006. Persino il premier Monti e il Ministro Fornero hanno fatto uno spot agli investimenti finanziari sostenendo, pubblicamente, come oggi, non sia un buon momento per acquistare casa.
Il Presidente Nazionale Fiaip ha infine sostenuto come in Italia una bolla immobiliare è impossibile: “Non siamo in Spagna e acquistare casa, in questo momento, conviene e si possono fare ottimi affari entrando in agenzia”.
Rispondendo ad un radioascoltatore ha poi dichiarato come “L’acquisto immobiliare nel nostro Paese non è mai stato un investimento di breve periodo ma, si configura sempre, più come un investimento di medio-lungo termine, volto a tutelare sempre i risparmi delle famiglie. Concludendo l’intervento radiofonico e parlando dell’ annosa problematica dell’acceso al credito, per chi vuole acquistare casa, Righi ha puntualizzato come: “Non bisogna fermarsi mai alla propria banca nella richiesta di erogazione dei mutui bancari, ma è necessario confrontarsi con vari istituti di credito e con più offerte di credito immobiliare”. (news.attico.it)

lunedì 10 dicembre 2012

Costruire un soppalco per recuperare spazio

Quando lo spazio è poco gli interventi che si possono realizzare per ottimizzare gli spazi sono diversi. Si può pensare ad arredare tenendo conto degli spazi ristretti oppure sfruttare l’altezza e sviluppare gli spazi in verticale, ad esempio creando un soppalco. Si tratta di un’operazione relativamente facile, che non richiede molti interventi murari ma che va studiata bene e all’interno di un ambiente che abbia dei tetti molto alti. In un’edificio d’epoca ad esempio, si possono realizzare dei soppalchi per contenere una camera da letto oppure studio sopraelevato.


Norme per realizzare un soppalco
Dal punto di vista normativo per realizzare bisogna seguire scrupolosamente le indicazioni contenute nel Regolamento  Edilizio e di Igiene del proprio Comune di residenza, ma in linea generale l’altezza minima del locale da soppalcare deve essere di almeno 430-440 cm e le altezze sopra e sotto il soppalco non possono essere inferiori a 210 cm. La superficie da soppalcare non deve essere superiore a un terzo dell’intera superficie del locale. Tutta la documentazione del progetto va presentata all’Ufficio Tecnico del proprio Comune da un professionista e poi una volta che i lavori sono stati completati, tutto va documentato all’Ufficio del Catasto in quanto un intervento di costruzione di un soppalco aumenta la superficie calpestabile dell’abitazione.

Diversi tipi di soppalco

I soppalchi si possono realizzare in muratura, in legno o in metallo. I soppalchi in muratura sono rigidi, costruiti con travi e cemento, per questo possono apparire molto “pesanti”, però hanno il grande vantaggio di essere solidi e di non scricchiolare. Se invece avete in mente una struttura più leggera potete scegliere un soppalco in legno, con una piattaforma a doppia orditura di travi. La piattaforma non si può rivestire con materiali rigidi e pesanti come la ceramica o il marmo, perchè appesantirebbero troppo la struttura. Meglio scegliere il parquet o la moquette.              In un ambiente moderno anche un soppalco in metallo è una buona soluzione, hi-tech e leggero. Ha una struttura a doppia orditura, costituita da elementi portanti in profilati d’acciaio ed ha il grande vantaggio di essere molto leggero, specialmente rispetto alle strutture in muratura. Inoltre è molto facile da montare.

Organizzare il soppalco 

Gli ambienti che solitamente vengono realizzati sul soppalco sono:


zona notte
con un letto basso e un guardaroba a misura
zona tvcon tappeto, divano, poltrone e una piccola parete attrezzata
palestracon tutti gli attrezzi per l’allenamento
zona studio e lavoro
con libreria, scrivania e cassettiere
zona hobby
con l’occorrente per il fai-da-te, per la musica, per la pittura
zona relax
con una chaise longue, una libreria e uno stereo
stanza per gli ospiti
con un letto sempre pronto o un divano letto da aprire all’occorrenza
cabina armadio
con ante scorrevoli o tende, per tenere in ordine vestiti, scarpe, ecc.

Soluzioni alternative

Se l’abitazione ha soffitti alti, ma non ha le altezze minime per la realizzazione di un soppalco abitabile, è comunque possibile utilizzare lo spazio in altezza inserendo arredi soppalcati quali letti, librerie o armadi. Tali arredi, essendo smontabili, sono considerati provvisori e non sono soggetti alle norme di legge sui soppalchi.

venerdì 7 dicembre 2012

Il prezzo di un immobile: differenza tra vendita a corpo e vendita a misura


Quando si stipula un contratto di compravendita di beni immobili, si hanno due possibili forme contrattuali: la vendita a corpo e la vendita a misura.

A seconda della diversa forma contrattuale, si avranno conseguenze giuridiche diverse tra le parti:

Vendita a corpo: in questo caso il prezzo dell'immobile viene valutato non in base ad un parametro metrico (mq) ma viene valutato nel suo insieme. Se venisse indicata la misura dell'immobile e questa non corrispondesse a quella reale, il prezzo, in presenza di tale dicitura, rimarrebbe lo stesso, a patto che la reale misura non si discosti da quella dichiarata di più di un ventesimo in più o in meno. In questo caso la parte che viene danneggiata può chiedere l'adeguamento del prezzo, inoltre l'acquirente potrebbe chiedere il recesso dal contratto nel caso di aumento del prezzo.

Vendita a misura: in questo caso l'immobile viene venduto in base ad una misura che verrà indicata sul contratto insieme al suo costo per unità di misura (il prezzo complessivo è ovviamente calcolato moltiplicando la misura per il costo per unità di misura). Di conseguenza se la misura indicata non fosse quella reale ognuna delle parti potrebbero chiedere l'adeguamento del prezzo.
Anche in questo caso è prevista la possibilità per il compratore di recedere dal contratto qualora la misura effettiva ecceda di oltre la ventesima parte di quella dichiarata.

mercoledì 5 dicembre 2012

IMU: il saldo entro il 17 dicembre

Il termine per il pagamento dell'ultima rata dell'Imu si avvicina. Il 17 dicembre, infatti, i proprietari di abitazioni principali o seconde case dovranno versare il saldo. Ti aiutiamo a capire quali sono i dati necessari, come compilare il modello F24 e come districarti tra pertinenze e detrazioni.


BISOGNO D'AIUTO?

Il 17 dicembre scadono i termini per il saldo dell'Imu. Il calcolo e le modalità di pagamento possono risultare particolarmente complicate. Ecco alcune indicazioni.

I dati necessari
Prima di cominciare a calcolare l’Imu per la scadenza di dicembre devi recuperare le informazioni necessarie a individuare correttamente la tua situazione:
  • Recupera il rogito d’acquisto della casa o una visura catastale aggiornata su cui devi individuare la rendita catastale dell’immobile e le altre eventuali informazioni che il Comune richiede per applicare le aliquote che ha deliberato. Ad esempio alcuni Comuni, anche sull’abitazione principale, applicano aliquote diverse a seconda della classe catastale della casa (la classe catastale è contrassegnata da una lettera e un numero, A3 sta per abitazioni di tipo economico, C6 indica invece i garage…).
  • Verifica sul sito del Comune o presso gli uffici tributari quali aliquotedetrazioni e particolari situazioni sono state individuate per effettuare il conguaglio di dicembre. Potresti trovare ad esempio che il tuo Comune ha equiparato ad abitazione principale alcune situazioni particolari per le quali a giugno hai pagato come seconda casa.
  • Controlla tramite il Comune se esiste una soglia minima di versamento, al di sotto della quale l’Imu non è dovuta. Generalmente non si deve versare nulla se l’Imu dovuta complessivamente per tutto l’anno e su tutti gli immobili risulta inferiore a 12 euro.
  • La scadenza di pagamento è fissata al 17 dicembre, alcuni Comuni hanno stabilito che per aver accesso a determinate agevolazioni è necessario produrre documentazione aggiuntiva (dichiarazioni Isee, autocertificazioni…). Verifica per tempo questa condizione per non arrivare tardi all’appuntamento con il versamento.
  • Ricordati che il conguaglio è obbligatorio. Se hai venduto l’immobile nei primi sei mesi dell’anno e hai versato correttamente la rata di giugno, devi comunque verificare se con le nuove condizioni deliberate dal Comune tu non debba versare ancora una differenza o magari richiedere un rimborso perché hai pagato più del dovuto.
  • Se, facendo i conti, ti accorgi di aver già versato in acconto più di quanto dovevi per l’Imu annuale, perché magari il Comune ha ridotto l’aliquota, ovviamente non dovrai pagare il saldo di dicembre. Informati presso il Comune sulle modalità per chiedere il rimborso dell’eccedenza.

lunedì 3 dicembre 2012

Arredare in Stile Nordico


Si sente sempre più spesso parlare di case arredate in stile nordico, ma quali sono le peculiarità stilistiche di questa tendenza d’arredo emergente? Come ogni strumento, sistema o tendenza proveniente dai paesi scandinavi, anche lo stile d’arredo nordico si fonda su una rete di caratteristiche precisa e razionale.
La casa arredata in stile nordico si caratterizza per l’estrema funzionalità e riesce a fondere la pulizia e la luminosità del bianco all’accoglienza delle varie tonalità del legno. Esistono dunque alcuni aspetti fondamentali per quanto riguarda sia i colori che i materiali da tener presente nella fase di progettazione.
Per quanto riguarda i colori, devono essere in prevalenza chiari e luminosi: nello stile d'arredo nordico bianco, panna e caramello la fanno da padroni. Si può pensare di inserire alcuni elementi in azzurro chiaro o in altri colori tenui mentre sono totalmente in antitesi con la concezione nordica i colori vivaci e accesi: l’obiettivo è la realizzare un ambiente che risulti luminoso, semplice e lineare.
La carta da parati è un’ipotesi per decorare le pareti della camera purchè il disegno sia semplice e la tonalità di base chiara.
Il materiale prevalente in una perfetta abitazione in stile nordico è sicuramente il legno, da scegliersi però nelle versioni e nei colori naturali: sofà e divani in salotto, tavolo e le sedie nella zona giorno, letto e armadio nella camera sono gli elementi da acquistare preferibilmente in legno. Altri materiali da utilizzare in alternativa o a complemento del legno sono il vetro e l’acciaio.




venerdì 30 novembre 2012

Vivere in mansarda


La mansarda consiste in un locale ricavato nel sottotetto all'ultimo piano di un fabbricato.
Il termine mansarda deriva dal nome dell'architetto francese Francois Mansart che nel 1600 sperimento' per primo la funzionalita' di questo ambiente.

La peculiarita' della mansarda e' la pendenza del tetto, che rende gli ambienti alti e confortevoli in corrispondenza del colmo mentre si abbassano man mano che ci si avvicina alla gronda.

Solitamente si considerano abitabili solo quei vani che hanno un'altezza media di 2,70 metri, mentre il resto viene accatastato come sottotetto o ripostiglio, ma in realtà una buona progettazione degli spazi e un attento arredamento su misura può permettere di sfruttare al meglio tutto lo spazio a disposizione.
Quella che dunque per molti è vista come una difficoltà e un vincolo, ovvero la necessità di un arredamento che si adatti alla pendenza del tetto, in realtà può rappresentare un'ottima opportunità per creare soluzioni originali ed affascinanti, dove l'architetto può sbizzarrirsi con idee ricche di inventiva e fantasia.
Le caratteristiche tipiche della mansarda che la rendono uno spazio architettonico particolarmente unico e scenografico solitamente sono le travi a vista sul soffitto, il panorama che se ne gode essendo all'ultimo piano e la luce naturale che giunge da diversi punti quali lucernari, abbaini e finestre.

Innanzitutto in ogni stanza è importante valutare al meglio la disposizione dei mobili in base alle altezze.
In soggiorno dovremo collocare la zona pranzo nel punto più alto, in modo da poterci comodamente girare intorno stando in piedi, mentre per la zona relax del divano sarà sufficiente un'altezza minore poiché vi si sta sempre seduti, per poi sfruttare i punti più bassi con librerie e mobili contenitori realizzati su misura.
In cucina posizioneremo le basi dei mobili nei punti più bassi, facendo sempre comunque attenzione a raggiungere un'altezza di almeno 2 metri là dove si sta in piedi a lavorare.
In camera da letto potremo posizionare la testata del letto anche in zone piuttosto basse, a patto che si abbia un'altezza comoda di almeno 1,80 metri nel punto in cui ci si alza in piedi.
Per guardaroba e armadi potremo sfruttare qualsiasi nicchia e pendenza del tetto utilizzando mobili e ante realizzate su misura.
Nella cameretta dei bambini ci sarà tanto spazio utile per i loro giochi e le loro attività là dove non battono ancora la testa; dove invece il soffitto è molto alto potremo posizionare dei letti soppalcati.
Nei bagni faremo attenzione a collocare prima gli elementi che richiedono altezze maggiori, come ad esempio la doccia dove si deve riuscire a stare comodamente in piedi, poi i sanitari, poi il lavabo, per arrivare infine alla vasca che può essere posizionata anche in punti piuttosto bassi poiché vi si può stare anche solo seduti.
Per ripostigli e dispense avremo infine a disposizione tutti quegli spazi così bassi da non essere riusciti a collocarvi vani abitabili. arch. Carla Mussoni









mercoledì 28 novembre 2012

Contratti di locazione ad uso commerciale


Gli affitti per uso diverso da quello abitativo e quindi per negoziuffici studi professionali sono ancora oggi regolati dalla n.392 del 1978. 
Per gli affitti ad uso non abitativo il canone d’affitto iniziale è libero, ossia può essere determinato dalle parti senza vincoli. 
Una volta determinato il canone d’affitto iniziale, questo rimane bloccato nel senso che non può essere rivisto in corso di contratto, salvo la possibilità di aggiornamento annuale del canone che comunque non può superare il 75% della variazione dell’indice Istat.

La durata dei contratti d’affitto per negozi, uffici e studi professionali non può essere inferiore a 6 anni (9 anni per alberghi e teatri), ma può essere pattuita una durata più lunga per il primo periodo del contratto d’affitto. In quest’ultimo caso è possibile applicare l’aggiornamento del canone nella misura del 100% dell’aumento Istat. Al fine di tutelare la stabilità dell’inquilino negli affitti ad uso non abitativo, la legge prevede il rinnovo automatico del contratto d’affitto alla scadenza del primo periodo. Questo diritto può però essere escluso nel caso in cui il proprietario voglia utilizzare personalmente l’immobile o intenda ristrutturarlo. 
Una durata più breve di quella stabilita per legge può essere concessa solo per le attività aventi carattere transitorio, mentre per le attività stagionali (stabilimenti balneari) il contratto d’affitto vale per 6 anni. 
In capo al proprietario dell’immobile affittato per uso non abitativo incombe poi l’onere di corrispondere all’inquilino l’indennità di avviamento alla cessazione del contratto d’affitto e di dare la prelazione all’inquilino nel caso di vendita dell’immobile. Questi obblighi sono stabiliti in capo al proprietario solo se si tratta di attività commerciali aventi un contatto diretto con il pubblico, come accade per i negozi. 
Si può dire che in tema di locazioni non abitative la legge tutela la stabilità dell’attività commerciale  piuttosto che il livello del canone di locazione. 

Recesso dal contratto d’affitto
Il proprietario dell’immobile affittato per uso non abitativo non può recedere dal contratto durante i 6 anni ( o 9 anni), salvo i casi di morosità dell’inquilino o altri inadempimenti dello stesso. Al contrario, l’inquilino può recedere anticipatamente se ciò è previsto dal contratto o comunque dando un preavviso di 6 mesi nel caso in cui ricorrano dei gravi motivi (come la cessazione dell’attività). Alla scadenza dei 6 o 9 anni, il contratto d’affitto si rinnova automaticamente per altri 6 o nove anni e così via, se non interviene disdetta mediante preavviso di 12 mesi (o 18 mesi) prima della scadenza. 

Prima scadenza del contratto
Una volta decorsi i primi 6 o 9 anni di contratto, l’inquilino può dare liberamente disdetta, mentre il proprietario può farlo sono se intervengono una serie di motivi elencati dalla legge 392 del 1978, ossia:
- Il proprietario voglia adibire l’immobile ad abitazione propria o di parenti entro il secondo grado in linea retta (nonno-nipote);
- Il proprietario voglia adibire l’immobile per un’ attività economica propria o del coniuge, figli o nipoti; 
- Il proprietario voglia ristrutturare l’immobile o restauralo.
Quando il proprietario invia la disdetta all’inquilino per uno di questi motivi occorre indicare specificatamente il motivo per cui si intendono riavere i locali affittati alla prima scadenza. Se poi l’immobile non viene adibito nei 6 mesi seguenti al rilascio all’uso richiesto dal proprietario, il contratto d’affitto può essere ripristinato a richiesta del conduttore. In ogni caso spetta all’inquilino un risarcimento pari al rimborso delle spese di trasloco. Se poi l’inquilino non è interessato al ripristino del contratto  ha diritto ad un risarcimento non superiore a 48 mensilità dell’ultimo canone percepito. Il Giudice può anche porre a carico del proprietario il pagamento di una ammenda fino a 1.032 euro. 
Il ripristino del contratto d’affitto non può avvenire in danno di un nuovo inquilino o proprietario dei locali che sia nel frattempo subentrato in buona fede; in tal caso al vecchio inquilino spetterà solo il risarcimento del danno. (tutorcasa.it)


lunedì 26 novembre 2012

Arredare con il Vintage

Sarà un po per la crisi, che ci costringe a rivalutare il "vissuto", sarà che negli ultimi anni è sempre più di moda ma le nostre case si stanno popolando sempre più spesso di oggetti vintage. Che siano stati acquistati ai mercatini dell'usato o che appartengano ai nostri nonni poco importa, ciò che conta è l'atmosfera romantica e d'altri tempi che questi oggetti sanno trasmettere. Si può trattare di vecchie credenze, da ridipingere e accostare ad un arredamento attuale, di cassettiere o di affascinanti toelette oppure di vecchie cassapanche tornate tanto in voga. Per non parlare di tutti i piccoli complementi di arredo come gli specchi, gli appendiabiti, i quadri e le poltrone da tappezzare a nostra scelta...insomma c'è tanto da scoprire e da reinventare tra gli oggetti vintage. La bravura sta nel saperli accostare all'arredamento moderno, in maniera proporzionata in modo da ottenere un effetto armonioso e bilanciato e di non appesantire troppo gli ambienti. Dagli anni '50, '60 e '70 fino agli anni '80 e '90, ce n’è davvero per tutti i gusti.

venerdì 23 novembre 2012

Varata la "piccola rivoluzione" del codice di condominio

Il 20/11 è diventato legge il "codice del condominio": con tante novità: dalla possibilità di tenere gli animali in casa a quella di staccarsi dal riscaldamento centralizzato. Ecco cosa ne pensano gli amministratori di Aiac.



Alla luce della recentissima approvazione del nuovo assetto normativo, che regolerà la vita condominiale, la cosiddetta “riforma del condominio”, si possono fare alcune brevi considerazioni.
In primo luogo, per quanto riguarda la figura dell’amministratore, si deve osservare come il legislatore abbia deciso di sostenere la professionalizzazione della figura dell’amministratoredi condominio: di fatto, privilegia, a torto o a ragione, chi già svolge l’attività di amministratore condominiale con serietà e dedizione dimostrata anche con l’aggiornamento e la preparazione professionale.
Nella riforma spicca la previsione normativa per cui l’amministratore, che durerà in carica due anni al posto di uno, debba adempiere per legge agli obblighi fiscali, compresa la gestione del conto corrente dedicato ed intestato al condominio, la redazione dello stato patrimoniale, corredato da una relazione accompagnatoria (oltre la conservazione decennale della documentazione, l’accensione di una polizza professionale, etc...).
Tale norma è un filtro all’accesso dell’attività dell’amministratore: mira a privilegiare chi esercita la professione “per mestiere” e a destituire, o per lo meno a scoraggiare, chi invece la esercita a titolo occasionale.
Il testo della riforma mette anche in chiaro come la nuova figura dell’amministratore di condominio debba esser l’espressione di un “buon” cittadino, dovendo lo stesso avere i requisiti di onorabilità. Il professionista dovrà, dunque, avere delle qualità morali, pena la revoca del mandato: assenza di precedenti reati contro il patrimonio, non deve essere stato sottoposto a misure di prevenzione e non deve risultare protestato; dovrà avere anche dei requisiti professionali (fino ad oggi NON richiesti), ovvero, un diploma di scuola media di secondo grado e aver sostenuto un corso di formazione ad hoc, oltre il citato aggiornamento professionale.
Spunti interessanti offrono, inoltre, le disposizioni che vanno a modificare i quorum deliberativi e costitutivi dell’assemblea, che tante volte veniva convocata “per nulla”, o a cui comparivano sempre i soliti condomini (Quorum costitutivo. Abbassato il quorum costitutivo di prima convocazione alla maggioranza dei partecipanti per 2/3 del valore. Fissato chiaramente il quorum costitutivo in seconda seduta in 1/3 del valore dell’edificio e 1/3 dei partecipanti. Quorum deliberativo generico per seconda convocazione. Maggioranza degli intervenuti per almeno 1/3 del valore.)
La procedura per deliberare, ad esempio, l'installazione di impianti di videosorveglianza sulle parti comuni dell'edificio sarà più snella, grazie ad un quorummeno impegnativo (la maggioranza degli intervenuti in assemblea, che rappresentino almeno la metà dei millesimi).  Si pensi che con lo stesso quorum potrà essere deliberata l'installazione di impianti per la produzione di energia eolica, solare o comunque rinnovabile, anche da parte di terzi che conseguano, anche a titolo oneroso, un diritto reale o personale di godimento del lastrico solare o di altra idonea superficie comune.
D’altro canto, merita certamente attenzione l’attribuzione (prima era inesistente)di un vero e proprio potere sanzionatorio dell’amministratore che potrà elevare sanzioni pecuniarie da 200 e, in caso di recidiva, sino a 800 euro (!!!).
Queste alcune “pillole” che ho deciso di porre in evidenza nel presente commento. Va da sé che la nuova riforma tocca altri e numerosi argomenti, come, per esempio, quello che cancella tout court il divieto di tenere degli animali in casa, o l’altro che stabilisce che il condomino potrà rinunciare all'utilizzo dell'impianto centralizzato di riscaldamento, o di condizionamento, se dal suo distacco non derivino notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini. In tal caso, il rinunziante resterà comunque tenuto a concorrere al pagamento delle sole spese per la manutenzione straordinaria dell'impianto e per la sua conservazione e messa a norma.
In definitiva, solo la futura prassi, che in materia condominiale è stata poi trasposta in oltre 50 anni di giurisprudenza dagli esiti altalenanti, ci dirà se questa riforma, che allo stato parrebbe gettare basi più solide della precedente normativa, riuscirà a far governare (e a questo punto ad amministrare) in modo più efficiente le nostre case. Andrea Leta, presidente di Aiac (Associazione Italiana Amministratori Condominio) Varese

mercoledì 21 novembre 2012

Rinegoziare un Mutuo


Rinegoziare un mutuo. Diversi possono essere i motivi che spingono il consumatore ad effettuare la rinegoziazione del proprio mutuo, fra queste la possibilità di ottenere condizioni migliori rispetto a quelle sottoscritte o l’impossibilità di continuare a pagare una rata divenuta insostenibile per effetto del rialzo dei tassi (prodotto variabile).
La rinegoziazione è dunque un’operazione effettuata con la medesima banca o finanziaria che ha erogato il finanziamento originario, mediante la quale viene acceso un nuovo contratto più vantaggioso per il cliente.

rinegoziare mutuoPer poter apportare variazioni al contratto di mutuo, è necessario che le parti siano concordi nel procedere, infatti la banca può anche decidere di non accettare la richiesta del mutuatario, col rischio che questi possa rivolgersi ad un altro istituto di credito.
Nella rinegoziazione del mutuo, le condizioni oggetto di modifica possono essere il tasso di interesse o la sua durata, infatti è facoltà del cliente richiedere il passaggio da un variabile ad un fisso, o viceversa, oppure l’allungamento della scadenza, che porterà di conseguenza ad una diminuzione della rata; non è possibile, invece, richiedere l’aumento dell’importo.
Secondo quanto previsto dalla legge n. 244/2007, banca e mutuatario possono richiedere la variazione delle condizioni di mutuo in qualsiasi momento, senza che ciò implichi l’esborso di spese e l’intervento del notaio; è infatti sufficiente una scrittura privata anche non autenticata.
Spesso, però può accadere che l’ente erogatore abbia valide ragioni per volere richiedere la formalizzazione dell’accordo di rinegoziazione in forma notarile; in tal caso il cliente ha diritto all’applicazione dei relativi costi in forma ridotta.
Rinegoziare il mutuo non comporta la perdita dei benefici fiscali e non prevede il pagamento dell’imposta sostitutiva.
Ma quando conviene ricorrere alla ricontrattazione di un finanziamento a medio-lungo termine? È sicuramente opportuno fare le dovute valutazioni prima di procedere a tale operazione e quindi verificare il debito residuo effettivo, aggiungere ad esso le eventuali spese di accensione di un nuovo contratto e calcolare la nuova rata.
Confrontando quest’ultima con quella precedente (basandosi sulla durata originaria del mutuo), si può effettivamente capire se valga o meno la pena di andare avanti o continuare a rimborsare il vecchio e caro mutuo. (tutorcasa.it)

lunedì 19 novembre 2012

ATTICO IN VENDITA A VICO EQUENSE - SAN VITO



Appena fuori dal centro cittadino, in posizione panoramica sul gofo di Napoli e sulla natura circostante, disponiamo di questo bellissimo attico di 110 mq ca.; ciò che colpisce a prima vista è la maestosa luminosità dell'immobile, grazie anche alle numerose finestre e porta/finesta che prendono accesso dalle varie camere. L'appartamento è articolato in questo modo: ampio ingresso, salotto con balcone panoramico, cucina abitabile con terrazzino, 3 camere da letto, di cui 2 con affaccio su una lunga balconata, comodo ripostiglio e doppi servizi. L'immobile,  che si presenta in buone condizioni, è posto al terzo ed ultimo piano (senza ascensore) di uno stabile facente parte di una delle più belle cooperative del Paese. Inoltre gode di riscaldamento autonomo e di possibilità di parcheggio nel parco. € 520.000,00


venerdì 16 novembre 2012

Come risparmiare con il riscaldamento autonomo

Con l'arrivo dell'inverno, in questo periodo di ristrettezza economica, bisogna informarsi anche su come poter risparmiare il più possibile pur mantenendo la casa calda. 


Scopri come fare:

  1. Prima di tutto una regola fondamentale è quella dsfiatare i termosifoni all'inizio della stagione fredda. Infatti, l'aria che va a depositarsi all'interno dei caloriferi non permette la perfetta circolazione dell'acqua calda, mantenendoli in parte freddi.
  2. Inoltre è consigliabile, non aprire le finestre quando il riscaldamento è attivo in quanto rappresenterebbe uno spreco inutile. Se ci dovessero essere spifferi bisogna isolarli. Inoltre appena giunge la notte, è consigliabile abbassare le tapparelle per contrastare il disperdersi di calore attraverso le finestre.
  3. Un punto importante è la temperatura.  Questa infatti dovrebbe aggirarsi intorno ai 19°C, una temperatura giusta e non eccessiva, coprendosi leggermente di più in casa.  Temperature maggiori a parte che danneggiarvi economicamente, possono anche facilitare i raffreddori per via delle enormi differenze termiche tra interno ed esterno.. 
  4. E' importante, soprattutto evitare di coprire i termosifoni con tende ed altri oggetti, poiché il calore così non si propagherebbe facilmente. In molte case, i radiatori sono coperti da mobili per una questione estetica, ma in realtà questo non fa altro che evitare il risparmio.
  5. Ovviamente è consigliabile accendere i termosifoni soprattutto nelle ore più fredde della giornata (prima mattinata e sera), evitando di tenere acceso il riscaldamento nelle ore notturne. Si può programmare iltimer, in modo tale che si accenda 1 o 2 ore prima di alzarsi.
  6. Discorso sul timer vale anche nel caso in cui ci fosse una prolungata assenza. In questo caso si può programmare l'accensione poco prima di tornare. Ci sono in commercio timer di vario tipo (dai giornalieri ai mensili) utili a determinare quando attivare il riscaldamento anche a distanza di molti giorni.
  7. Da non sottovalutare è l'isolamento termico: chiudere le porte delle stanze in modo tale a poter concentrare meglio il calore e, in quelle poco frequentate, chiudere i radiatori in modo tale da indirizzare il caldo esclusivamente verso gli ambienti casalinghi più frequentati.
  8. Infine, importantissima e primaria è la manutenzione della caldaia che deve essere fatta necessariamente ogni anno (verso Settembre circa) non solo per una questione di risparmio energetico, ma per una questione di sicurezza.


mercoledì 14 novembre 2012

100 di questi post!

Qualche mese fa, un po scettici e dubbiosi, ci accostavamo all'universo blog, con mille pensieri contrastanti. Diciamoci la verità, l'era dei blogger si sta evolvendo giorno per giorno; c'è sempre qualcuno che ha voglia di raccontare e di raccontarsi, scegliendo un argomento da cui partire. C'è solo l'imbarazzo della scelta: dalla moda alla cucina (che sono i più gettonati) dal fai-da-te ai viaggi, i "diari virtuali" non hanno età e censure. Chiunque può esprimere il proprio pensiero e punto di vista su ciò che maggiormente lo appassiona e su cui pensa di poter argomentare.

La nostra avventura si chiama "la casa in vetrina" e nasce quasi da una scommessa di voler ampliare la visuale sul mondo immobiliare, proprio come dice il titolo, come una vetrina da sbirciare e in cui trovare sempre qualcosa di nuovo da cui attingere. Oggi l'ignoranza ci spaventa, un po perchè siamo nell'era dell'informatica dove tutto è a portata di clik, un po perchè la crisi ci costringe a tante riforme che cambiamo così velocemente da lasciarci indietro. Da questa esigenza abbiamo voluto creare qualcosa di nuovo, di gratuito e funzionale, in cui chiunque può informarsi sulle principali notizie di attualità, può prendere spunti per abbellire la propria casa, può valutare le offerte immobiliari del mercato locale e tanto altro ancora.

Speriamo che quest'avventura possa andare avanti e che continui a darci ancora tante soddisfazioni...perchè fin quando ci sarà anche solo un lettore a seguirci avremo modo di esistere.

lunedì 12 novembre 2012

Trasloco: cambiare le utenze

Quando si affronta un trasloco una delle cose più complesse da affondare non è la logistica ma la burocrazia.
Energia elettrica e gas sono imprescindibili e, spesso, sono la prima necessità anche per affrontare i piccoli lavoretti di adattamento e finitura.
Trovarsi alle prese con moduli e formulari non è cosa semplice ed è fondamentale darsi dei criteri di scelta.
Ovviamente ogni caso è cosa a sè. Tuttavia esistono delle macro tipologie che si possono individuare.



Nuovo allacciamento


Si tratta, in fondo, della situazione più semplice ma anche, normalmente, della più onerosa.
Da un lato, infatti, si è completamente liberi di scegliere tra i vari fornitori, ma si rimane sempre esposti ai costi di allacciamento. 
Riguardo a questi ultimi, il consiglio è quello di valutarli nell’ottica del servizio complessivamente offerto: si può tollerare un costo di attivazione anche alto, purché poi il servizio erogato sia affidabile ed economico.
Al contrario, può accadere che con il risparmio delle spese di allacciamento, ci si trovi poi alle prese con problemi di servizio o costi più alti per l’utilizzo corrente.
Questo criterio può tornare utile nella scelta del fornitore del servizio, cosa che, in questo momento, non è assolutamente facile.
In caso di nuovo allacciamento, infatti, non c’è la viscosità riguardo al fornitore precedente, ma è veramente difficile orientarsi nella giungla di offerte.Il livello di servizio offerto è, normalmente,  sufficiente, tuttavia bisogna cercare di rendersi il più possibile conto delle proprie esigenze, in modo da non trovarsi con prodotti non idonei e relativi problemi di tariffazione.

Subentro a contatori chiusi


In questo caso la situazione è già più complicata.
La casa è già stata fornita dai servizi che si richiedono, ma il precedente intestatario,lasciandola, ha disdetto le utenze.
I contatori, quindi sono stati chiusi e l’abitazione è priva sia di energia elettrica che di gas. 
In tale situazione la cosa più semplice è sempre chiedere la riattivazione ai fornitori precedenti.

Una volta riattivati i contatori e ottenuta l’erogazione dei servizi potrete, con comodo, valutare soluzioni alternative.

Voltura a fornitura in corso


Anche in questo caso, come nella situazione al punto precedente, conviene mantenere le forniture in essere per poi, eventualmente mutarle con calma.
Per quello che riguarda le operazioni da compiere, oramai, per la maggior parte dei fornitori, si può procedere tramite siti internet e/o call center.Delle due  alternative, normalmente, se si hanno le idee abbastanza chiare, il sito risulta essere decisamente più veloce.