L'acconto Imu spreme le grandi città
Chi vive nei capoluoghi paga il 54% in più della media nazionale, record a Roma: il doppio
L'acconto dell'Imu spreme soprattutto chi vive nelle grandi città. Lo dice un'elaborazioni del Caf Cisl sui versamenti del milione e duecentomila lavoratori e pensionati che si sono rivolti a questo sindacato per chiedere assistenza fiscale. Prima di tratteggiare la geografia del tributo ecco i numeri di sintesi: in media 84 euro di acconti Imu per la prima casa e 161 euro per gli altri immobili.
Ma i versamenti sono molto diversificati sul territorio. Dall'Imu arriva una stangata su chi vive nelle città capoluogo, dove sulla prima casa si è pagato in acconto una media del 54% in più rispetto alla media nazionale. Massimo aggravio per i contribuenti romani, che hanno versato il doppio rispetto agli altri italiani. Nella capitale l'acconto medio sulla prima casa è stato pari a 170 euro, il 102% in più della media. Nella classifica delle città più care segue poi Bologna (140 euro per la prima casa pari a un +67% rispetto alla media), quindi Genova (107 euro e +27%) e Napoli (105 euro e +25%). I contribuenti di Milano non si sono discostati moltissimo dalla media nazionale avendo pagato in media 99 euro (+18%). Invece a Palermo l'acconto medio pagato sulla prima casa è stato di 54 euro, al di sotto della media generale del 36% e quello sulla seconda casa di 168 euro, solo il 4% in più della media nazionale.
Bisogna tener presente che i dati del Caf Cisl sono rappresentativi solo per i lavoratori dipendenti e i pensionati, cioè delle tipologie di cittadini che si rivolgono ai Caf; la Cisl raccoglie il 18% degli utenti dei Caf nazionali. Anche l'imposta media sulla seconda casa svantaggia pesantemente, nel versamento della prima rata, le grandi città rispetto alla media nazionale: +65% con 265 euro contro 161. Il primo posto dei tartassati spetta anche in questo caso ai proprietari immobiliari romani, con 325 euro versati (+102%), seguiti dai cittadini bolognesi (309 euro, +98% rispetto alla media nazionale). Al terzo posto si piazza Milano (224 euro, +39%) seguita da Genova (217 euro +35%), Napoli (206; +28%) e Palermo (168 euro, +4%).
Il Caf Cisl ha elaborato anche la differenza in base al numero dei figli a carico: i contribuenti senza figli hanno pagato circa 91 euro, quelli con un figlio 70 euro, quelli con due 68 euro e quelli con tre o più figli 70 euro. L'ultimo dato riguarda le rate: esiste infatti la possibilità di pagare in tre rate anziché due (soltanto per l'abitazione principale). Solo l'1,6% degli assistiti ha scelto questa soluzione, che prevede un versamento intermedio a settembre.
Per i contribuenti le sorprese più amare potrebbero arrivare con il saldo finale, quello di dicembre, quando dovranno adeguare gli importi agli eventuali aumenti di aliquota decisi dai Comuni. Da uno studio di Confedilizia sulle case date in affitto, emerge che gli incrementi rispetto alla prima rata versata potranno essere notevoli: in alcuni casi, come per Roma, Napoli, e Perugia raggiungerebbero anche l'80%.
«Dai numeri del ministero dell'Economia elaborati dall'Adnkronos risulta che sugli oltre ottomila Comuni italiani un gruppo ristretto di città, l'1,2% del totale, garantisce un terzo delle entrate, cioè più di 3,2 miliardi di euro. Medaglia d'oro per Roma, con 776,3 milioni di euro, seguita da Milano con 409,9 milioni e da Torino con 202,7. A Genova sono stati raccolti 129,1 milioni, a Napoli 123,2, a Bologna 103,5, a Firenze 93,5 milioni e a Bari 65,3. (Luigi Grassia-la Stampa)
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