giovedì 27 settembre 2012

Niente lavoro? Mutuo sospeso. Ecco la riforma Fornero

Oggi vi voglio segnalare questo interessante articolo relativo alle ultimissime novità introdotte in questi giorni dalla riforma attuata dal ministro Fornero, relativo ai mutui, offrendo la possibilità a chi a perso il lavoro di sospendere le rate per l'acquisto della prima casa. Buona lettura.

CON LA RIFORMA DEL LAVORO varata dal ministro Fornero tra le tante novità introdotte, c’è quella della sospensione del mutuo per chi,involontariamente, perde il lavoro.
LA NUOVA LEGGE ha stravolto i presupposti per l’ammissione al beneficio introdotto dalla Finanziaria 2008, da cui è nato il Fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa. Tale fondo permette un accesso agevolato ai mutui per l’acquisto della prima casa, per consentire di accendere un mutuo per l’acquisto prima casa.
IL FONDO DI SOLIDARIETÀ garantiva a chi ne aveva diritto la possibilità di sospendere il pagamento delle rate del mutuo, e gli oneri finanziari corrispondenti agli interessi delle rate per le quali ha effetto la sospensione del pagamento da parte del mutuatario venivano addebitati al Fondo. La sospensione del mutuo per l’acquisto prima casa avveniva a specifiche condizioni , quali
-LA PERDITA DEL LAVORO dipendente a tempo indeterminato o per fine del contratto di lavoro parasubordinato senza aver trovato una nuova occupazione nei tre mesi successivi,

- PER DECESSO O SOPRAVVENIENZA di condizioni di non autosufficienza di un componente della famiglia che percepisce almeno il 30% del reddito complessivo dell’intero nucleo convivente,
- PER SPESE MEDICHE documentate non inferiori a 5mila euro,
PER SPESE DI MANUTENZIONE o ristrutturazione necessarie per importi non inferiori a 5mila euro,

- PER L’AUMENTO DELLA RATA del mutuo a tasso variabile di almeno il 25%, in caso di pagamenti semestrali, e del 20%, nell’ipotesi di rate mensili.
CON LA RIFORMA FORNERO la sospensione del pagamento della rata del mutuo è subordinata soltanto ad eventi individuati dalla riforma, intervenuti successivamente alla stipula del contratto di mutuo e accaduti nei tre anni antecedenti alla richiesta di ammissione al beneficio della sospensione. 
TRA I REQUISITI PER POTER ottenere la sospensione delle rate del mutuo restano la perdita del posto di lavoro dipendente o parasubordinato e l’insorgenza di handicap. Non verrà più tenuto in considerazione il sostenimento di spese mediche o di assistenza domiciliare oltre 5mila euro, né i costi di ristrutturazione nè l’aumento della rata del mutuo variabile di almeno il 20%. 

RESTANO FUORI ANCHE le risoluzioni consensuali, le dimissioni non per giusta causa, il raggiungimento dell’età per andare in pensione, il licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo soggettivo.
L’ISTITUTO DI CREDITO può concedere la sospensione senza che siano fornite, ulteriori garanzie aggiuntive, e senza il pagamento di commissioni aggiuntive o spese istruttorie. Emanuela Mingotti

martedì 25 settembre 2012

2. Risparmio sull' acqua: consigli utili per ridurre i consumi

L’acqua potabile è una risorsa importante per la vita dell’uomo per questo è fondamentale non sprecarla e non farne un uso eccessivo.

Alcuni accorgimenti possono aiutare a ridurre il consumo d’acqua all’interno delle abitazioni con una notevole diminuzione di inutili sprechi ma anche di costi eccessivi. Vediamo qualche consiglio per migliorare l’utilizzo quotidiano di acqua:


Gestione rubinetti: Un’abitudine che invece è buona norma imparare è l’utilizzo intelligente dei rubinetti: lasciare scorrere l’acqua quando non serve è una pratica davvero inutile e dispendiosa. La giusta gestione del rubinetto durante la rasatura o il lavaggio di mani, denti, capelli oppure pentole e stoviglie, assicura lo stesso risultato a costi e sprechi nettamente inferiori.
Gestione acqua potabile: Altra buona norma, in cui i paesi stranieri sono maestri, è quella di utilizzare l’acqua potabile esclusivamente per quegli usi in cui è davvero necessaria (es. alimentazione) e destinare ad usi meno importanti acqua riutilizzata.
Sciacquone del Water: lo scarico del water consuma in genere 10 litri di acqua per ogni getto, anche se in alcuni casi tale potenza è eccessiva. Per risparmiare acqua in questo caso ci sono due possibilità: la prima, più rustica, prevede di inserire all’interno della vaschetta una bottiglia d’acqua di un litro ermeticamente chiusa; la seconda, più tecnologia, consiste nell’installare un impianto con doppio pulsante di scarico in modo da utilizzare la giusta quantità di acqua in base all’esigenza. In entrambi i casi il risparmio è garantito.
Miscelatori d’aria: Senza modificare le proprie abitudini è possibile ridurre il consumo giornaliero d’acqua tramite l’ adozione di miscelatori d’aria che, applicati a docce e rubinetti, permettono di mescolare l’acqua con l’aria assicurando la stessa pressione, ma consumi dimezzati.




sabato 22 settembre 2012

Condominio, in arrivo nuove regole. Ancora molti dubbi su due articoli

Vi lascio con un interessante articolo uscito sul Mattino di appena 5 gg fa, relativo a tutte le novità del contesto condominio. Buon fine settimana.

ROMA - Addio all'incubo dell'assemblea di condominio con i vicini che si guardano in cagnesco? No. Ma almeno saranno salve le feste comandate, da qualunque fede religiosa, almeno quelle riconosciute dallo Stato. Lo 'stop' all'assemblea condominiale irrispettosa delle tradizioni religiose è una delle novità della riforma del condominio che, dopo una lunga gestazione, tra Senato e Camera approda da domani in aula a Montecitorio (martedì scade il termine per gli emendamenti).

La riforma modificata sarà poi rispedita a Palazzo Madama dove dovrebbe essere definitivamente convertita in legge. Ma molti sono i dubbi ancora presenti sul testo: in particolare su due articoli inseriti dalla Camera durante l'esame in commissione sui quali in Governo ha già espresso parere negativo.

Si tratta dell'istituzione presso ogni ufficio provinciale dell'Agenzia del Territorio del «Registro degli amministratori di condominio» (articolo 26) e del «Registro del Repertorio dei condominii» (articolo 25). Il parere negativo è legato all'onerosità delle norme e all'aggravio, in termini burocratici, che da esse scaturirebbe. In attesa che si sciolgano dunque gli ultimi nodi, tra le novità del testo c'è l'arrivo (facoltativo, come del resto è già oggi, quantomeno perché non esplicitamente vietato) del sito internet del condominio.

L'assemblea potrà infatti deliberare in tal senso (sarà difficile però perché le spese relative saranno a carico dei condomini) e realizzare il proprio sito internet dal quale i singoli condomini, previa richiesta di password, potranno scaricare i rendiconti mensili, le stesse delibere e documentazione varia. E se i condomini non sono convinti della trasparenza della gestione, le stesse assemblee (con una maggioranza meglio identificata) potranno decidere di nominare un revisore condominiale dei conti.

Altra novità riguarderebbe la nomina dell'amministratore del condominio che avrebbe durata doppia rispetto a quella attuale (da 1 a 2 anni). Anche se il dubbio da molti espresso in questo caso è: se l'amministratore non sa, ad esempio, fare bene il suo lavoro, perché tenerlo un anno in più? E sempre per gli amministratori è prevista la stipula (su richiesta dell'assemblea) di una polizza assicurativa contro i rischi professionali, anche in questo caso però a carico dei condomini.

Novità anche nella definizione e nella protezione delle cosiddette «parti comuni». Queste includeranno ad esempio anche i sottotetti destinati appunto all'uso comune. E una stretta arriva per chi arreca danni o disturba: vengono infatti meglio esplicitati concetti già tali in giurisprudenza. Come ad esempio eventuali delibere dell'assemblea per la cessazione delle attività che incidono negativamente sulle cose comuni, e quindi anche sulla tranquillità comune.

Si stabilisce infine la possibilità del distacco dal riscaldamento centralizzato in caso di malfunzionamento. Tra le novità del testo alcune zone grigie come ad esempio la possibilità (articolo 13) per l'assemblea dei condomini di autorizzare l'amministratore a partecipare o collaborare a programmi e iniziative territoriali promosse dalle istituzioni locali per favorire il recupero del patrimonio edilizio, la vivibilità urbana e la sostenibilità ambientale della zona nella quale il condominio è ubicato. Scelta difficile considerando che spesso si scatenano guerre di palazzo per decisioni molto meno impegnative.

giovedì 20 settembre 2012

E se scegliessi la carta da parati?


La carta da parati può far sembrare ancor più bella la vostra casa. Tuttavia, la scelta di come coprire le pareti può diventare un bel pasticcio se non viene fatta con cognizione di causa. Il colore e la consistenza della carta da parati possono anche influenzare l’umore e le emozioni di chi si trova nella stanza. Quindi è necessario essere oculati nella scelta e qualsiasi decisione dev’essere presa prima di effettuare l’acquisto. Nonostante la vasta scelta sul mercato, non c’è bisogno di essere arredatori per trovare quella migliore per la propria casa. Continuate a leggere per scoprire come scegliere la carta da parati.

Fase 1: Colore e modello. Ricordate che il colore non ha solo la capacità di modificare il disegno degli interni ma ha anche un impatto sulla vostra vita e sull’atmosfera che si può creare all’interno della vostra casa. Alcuni colori possono illuminare una stanza, altri possono renderla cupa. Prendetevi il tempo per leggere riviste specializzate ed immaginare come volete la vostra casa. Non sempre il vostro colore preferito può star bene su una parete.

Fase 2: Arredamento interno. Se si ha difficoltà a decidere il colore e il modello della carta da parati, guardarsi intorno. A seconda del colore dei mobili, dovrebbe venire automatica la scelta del colore della carta da parati. Anche il tema può rientrare nello stesso meccanismo.

Fase 3: Durata. La carta da parati standard può non essere l’ideale per una certa parte della vostra casa. Per la cucina e il bagno, è necessario qualcosa di più duraturo come il vinile. Questo tipo di carta da parati è in grado di sopportare l’esposizione a umidità e grasso per molti anni. Altri tipi di carta non sarebbero ugualmente resistenti ad andrebbero bene per stanze più “delicate” come un soggiorno.

Fase 4: Prezzo. Si possono cercare e confrontare i prezzi nei negozi, depliant o su internet. I prezzi possono variare a seconda della qualità della carta, colore e stile. Chiedere se è possibile ottenere sconti.

Fase 5: Ottenere campioni quando siete indecisi. Se non riuscite a scegliere tra due o tre modelli diversi, chiedete al rivenditore di fornirvi dei campioni per portarli a casa e provarli. Attenzione però perché non tutti i campioni sono gratuiti.

A differenza dei vecchi tempi, la carta da parati oggi è più facile da applicare e rimuovere. Quindi se credi di aver fatto un errore sulla scelta, o se dopo alcuni anni vuoi cambiare il look della stanza, è possibile farlo con pochi e semplici passi. (leonardo.it)

martedì 18 settembre 2012

Le cooperative edilizie


Le cooperative edilizie hanno lo scopo di riunire in se persone con professioni diverse al fine di assicurare loro l'acquisto di un'abitazione in proprietà o in affitto; l’obbiettivo principale è quindi quello di procurare un alloggio direttamente ai soci, che in fase di costituzione devono essere almeno nove. Si tratta quindi di società senza scopo di lucro.

Ciascuna cooperativa edilizia si regge su un Presidente e un Consiglio di Amministrazione. Le operazioni che la cooperativa deve fare sono quelle di acquisizione di un’area edificabile, valutazione degli indici di edificabilità e quindi delle potenzialità dell’area, sviluppo di un progetto, indizione di una procedura di appalto dei lavori a un costruttore.

Si possono individuare due forme di cooperative edilizie:

1) cooperative a proprietà indivisa: i soci aderiscono alla cooperativa con l’intento di ottenere l'assegnazione in godimento a tempo indeterminato di un particolare alloggio. La cooperativa procede così a realizzare degli immobili di civile abitazione che entrano a far parte del patrimonio della cooperativa stessa e che verranno concessi in godimento ai soci assegnatari. I soci assegnatari ovviamente contribuiscono al finanziamento della costruzione degli alloggi, sia attraverso il versamento della quota sociale sia attraverso l'integrazione delle spese finanziarie non coperte dai mutui. II socio deve versare inoltre un canone di godimento, indicato nei regolamenti della cooperativa;

2) cooperative a proprietà individuale o divisa: i soci entrano a far parte della cooperativa edilizia intendendo ottenere l'assegnazione in proprietà di un alloggio. La cooperativa procede alla realizzazione di immobili di civile abitazione col contributo dei soci al finanziamento della costruzione dell'abitazione di cui diverranno, poi, assegnatari in proprietà.

Si deve poi fare una differenza fra cooperative edilizie a contributo erariale e cooperative edilizie cosiddette libere.

Le cooperative edilizie del primo tipo, che godono di contributi pubblici, sono vincolate alle disposizioni normative contenute nell R.D. 28 aprile 1938, n. 1165, Testo unico dell'edilizia popolare ed economica. In particolare, le cooperative che intendono usufruire di contributi statali o locali, devono essere iscritte all’Albo nazionale delle società cooperative edilizie di abitazione, del Ministero del Lavoro.
Le imprese costruttrici sono tenute a garantire i soci da un eventuale fallimento mediante una polizza assicurativa contro i vizi, di validità decennale, e una fidejussione bancaria che assicuri il pagamento delle rate fino alla sottoscrizione dell’atto notarile.
All’interno del Decreto Legislativo 122/2005 sono scanditi tutti i casi in cui l’acquirente ha diritto alla restituzione della somma versata nel caso in cui il costruttore fallisca.

Le cooperative libere, invece, non godono di contributi statali o di altro, ma trovano i finanziatori tramiteprestiti dei soci e mutui ipotecari concessi dagli istituti di credito.

Dal punto di vista del regime fiscale, si rimanda alla legge 388/2000 che stabilisce che "ai fini della determinazione del reddito delle cooperative edilizie a proprietà indivisa “si deduce un importo pari alla rendita catastale di ciascuna unità immobiliare adibita ad abitazione principale dei soci assegnatari e delle relative pertinenze", si ha pertanto una deduzione dal reddito soggetto a IRPEG.

Le cooperative edilizie sono soggette a particolari agevolazioni relativamente alle imposte di bollo e diregistro ( D.P.R. 26 aprile 1986, n. 131) per:

- Esenzione da imposta di bollo per gli atti costitutivi, di ammissione e recesso dei soci, i documenti e registri relativi alle operazioni previste dai rispettivi statuti, con la sola esclusione degli assegni bancari e delle cambiali;
- gli atti costitutivi possono essere registrati gratuitamente;
- gli atti, documenti e registri relativi alle operazioni previste dai rispettivi statuti, per i quali sia prevista la registrazione, sono soggetti all'imposta di registro in misura fissa, da pagare una sola volta per ciascun atto registrato.
- in base a quanto disposto dal R.D. 1165/1938, inoltre, le cooperative edilizie godono di una riduzione dell'imposta sulle concessioni governative pari a un quarto della stessa.

lunedì 17 settembre 2012

Imu, entro oggi la seconda rata

Seconda rata in scadenza, oggi lunedì 17 settembre, per tutti i proprietari di prima e seconda casa che hanno scelto la dilazione dell'importo totale in tre tranches. Ricordiamo a tutti gli interessati che il pagamento dovrà avvenire tramite un modello F24 e che la terza ed ultima rata scadrà a dicembre prossimo.

sabato 15 settembre 2012

1. Risparmio sull'elettricità: consigli utili per ridurre i consumi



Lo stile di vita sempre più improntato sul benessere a cui gli italiano sono abituati si riflette in modo negativo sia sull’ambiente che sul consumo elettrico divenuto uno dei costi più incisivi nel menage di una famiglia media. (risparmioenergetico-casa.it)

A questo proposito si possono adottare delle semplici abitudini che permettono di ridurre gli sprechi:
  • Scaldabagno: lo scaldabagno va utilizzato esclusivamente quando non è possibile installare sistemi alternativi; in ogni caso esso deve essere utilizzato con moderazione impostando gradazioni non eccessive (40° d’estate, 60° l’inverno), orari di funzionamento e collocandolo in zone della casa protette da escursione termiche.


  • Frigorifero: il frigorifero è un elettrodomestico ormai indispensabile, ma anche questo può essere gestito con utili accorgimenti. Innanzitutto si consigliano modelli a basso consumo possibilmente no frost che impediscono la formazione della brina; nel frigo è inoltre bene non inserire cibi troppo caldi, non aprire troppo frequentemente lo sportello e collocare il frigo lontano da fonti di calore e sempre distanziato dalla parete in modo da favorirne la dispersione di calore.


  • Lavatrice: Anche per la lavatrice si consiglia l’acquisto di quelle a basso consumo che nel corso degli anni si rilevano molto più vantaggiose. E’ inoltre bene pulire regolarmente il filtro, non eccedere nella quantità di detersivo, eliminare il prelavaggio e fare il bucato solo a carico pieno.


  • Forno: La tipologia di forni più efficienti a livello di risparmio energetico sono i forni elettrici ventilati; in ogni caso è importante ricordarsi di ridurre al minimo l’apertura dello sportello per evitare la dispersione di calore, evitare il preriscaldamento, spegnere il forno qualche minuto prima della cottura effettiva del cibo e tenere sempre puliti gli interni.


  • Illuminazione: Oltre all’utilizzo intelligente dell’illuminazione è importante imparare ad utilizzare le lampade a risparmio energetico invece che quelle ad incandescenza le prime infatti assicurano molta più efficienza in quanto riducono la dispersione di energia e durano molto più a lungo delle altre. Nonostante il costo iniziale più alto quindi le lampade a risparmio energetico permettono un notevole risparmio nel medio-lungo periodo.

giovedì 13 settembre 2012

Caparra confirmatoria e Caparra penitenziale: scopriamo la differenza.

Solitamente, nella formulazione della proposta per l'acquisto di un immobile, si versa come anticipo una somma di denaro a titolo di caparra.

La caparra può essere confirmatoria o penitenziale. Se non è specificato il tipo di caparra si ritiene sempre confirmatoria.
Vediamo la differenza tra i tipi di caparra e di acconto: 

La caparra confirmatoria viene persa se l'acquirente si ritira dall'affare. Se è il venditore (cioè chi ha già incassato i soldi) a ritirarsi dall'impegno, dovrà rendere all'acquirente la somma ricevuta oltre a una penale pari a quanto incassato: in pratica, restituirà il doppio della somma ricevuta.
La parte adempiente (quella che rispetta i patti) può, se lo preferisce, ricorrere al giudice per ottenere che venga eseguito quanto stabilito nel contratto. Inoltre potrà richiedere un risarcimento del danno subito. (Si pensi per esempio al caso di un venditore che si fosse già impegnato all'acquisto di un altro immobile pensando di aver già venduto il suo).

Diversa dalla caparra confirmatoria è la caparra penitenziale, che prevede che se nel contratto è stipulato il diritto di recesso per una o per entrambe le parti, la caparra ha la sola funzione di corrispettivo del recesso. 
In questo caso, il recedente perde la caparra data o deve restituire il doppio di quella che ha ricevuta.

Il meccanismo di funzionamento della caparra penitenziale è simile a quello della caparra confirmatoria: la differenza tra le due caparre sta nella diversa funzione in quanto la caparra penitenziale è il corrispettivo dovuto per poter esercitare il diritto di recesso previsto in contratto, cioè la possibilità per una della parti di recedere unilateralmente dal contratto eliminando tutte le obbligazioni che ne derivano, senza che vi sia il consenso della controparte e senza dover corrispondere una penale.  

Infine l' acconto è solo una somma che viene imputata al prezzo concordato e che deve essere restituito se per qualsiasi motivo non si arriva alla chiusura della compravendita.

martedì 11 settembre 2012

Scegliere il parquet


Scegliere un parquet per la propria abitazione significa donargli calore ed eleganza, la scelta però non è semplice perchè tante sono le variabili da considerare.



La prima scelta da fare è il tipo di legno, dal momento che ce ne sono diversi e tutti con caratteristiche peculiari.
I diversi legni si differenziano evidentemente per il colore, ma anche per la durezza, la stabilità, la tendenza più o meno accentuata ad ossidarsi, e naturalmente il prezzo.
Tanto per fare solo alcuni esempi, uno dei legni oggi più usati è il rovere, che ha un buon rapporto qualità prezzo e presenta diverse colorazioni. Molto particolari e molto di moda sono le varianti del rovere anticato e del rovere sbiancato.
Per andare su un legno di qualità eccellente prendiamo ad esempio il classico teak, uno dei legni più duri che proprio per questo viene usato molto anche per le imbarcazioni.
Gli altri legni per parquet più diffusi sono iroko, acero, ciliegio, doussiè, faggio, larice, noce e wengè.
Un fattore di scelta molto importante è l'ambiente di destinazione: per bagni e cucina infatti è bene privilegiare parquet molto duri e molto stabili, mentre per le camere da letto ed il salotto si può concedere di più all'estetica pura.
Quanto alle dimensioni è consigliabile optare per i listoni grandi solo in ambienti spaziosi, mentre per ambienti piccoli è probabilmente più indicato l'utilizzo di listelle più ridotte, che peraltro hanno anche un costo più contenuto.
Ulteriori aspetti qualitativi da verificare sono lo spessore totale del parquet, lo spessore dello strato superiore di legno nobile che non deve mai essere inferiore a 2,5 mm, la finitura che può essere a vernice o ad olio, la linearità delle venature e la presenza minima di nodi.

sabato 8 settembre 2012

Lo "SPREAD" - Di cosa si tratta?

In questo periodo si sente parlare spesso di "spread" e sembra che tutti siano diventati esperti di economia e finanza perchè trattano di argomenti non certo semplici con molta convinzione di sapere cosa stia accadendo. Vediamo di capire qualcosa in più su questo argomento.

Lo spread non è altro che una differenza, un termine di paragone che fa capire quanto due elementi diversi siano buoni o cattivi. Come sappiamo, uno dei mezzi più utilizzati da uno stato, come accade per una società, di raccolta di denaro consiste nell'emissione di titoli di diverso tipo che, però, seguono tutti una logica comune. Uno stato stampa un certo numero di titoli, ad esempio in Italia i BTP (Buoni Poliennali del Tesoro) per venderli ai risparmiatori che sono disposti ad investire una certa somma, grande o piccola che sia, di denaro (l'esempio classico è rappresentato dal risparmio di una famiglia). Di fatto, si tratta di un prestito che dovrà essere restituito alla sua scadenza con gli interessi stabiliti nell'accordo tra risparmiatore (chi investe) e stato (che chiede il prestito).

Quindi, per capire cosa accade, immaginiamo una persona che vada in banca e acquisti 10000 Euro di BTP a dieci anni... cosa significa? Significa che a distanza di dieci anni lo stato (nell'esempio l'Italia visto che parliamo di BTP) sarà obbligato a restituire i 10000 Euro avendo, nel corso dello stesso periodo, pagato una certa soma di interessi che rappresentano il costo, per lo stato, e, nello stesso tempo, il guadagno per chi ha acquistato i titoli.

Discorso identico si può ambientare in Germania. Lì troveremo, al posto dei BTP, i "BUND" (titoli di stato a medio e lungo termine che sono equivalenti, nel significato, ai nostri BTP).

Qui entra in gioco "lo spread". Questo "differenziale", a cui si fa spesso riferimento in questo periodo è quello fra il rendimento dei Bund tedeschi e dei Btp italiani di durata decennale. Bund e Btp sono obbligazioni governative (rispettivamente tedesche e italiane), ossia titoli grazie ai quali gli stati incassano subito dei soldi, per esempio quando i cittadini vanno in banca e comprano tali obbligazioni, per poi restituirli dopo un certo numero di anni, con gli interessi.

La Germania, come sappiamo, rappresenta attualmente il sistema economico più forte della Comunità Europea e, di conseguenza, viene considerata il riferimento per tutti gli altri paesi dell'Eurozona. Questo è il motivo per cui il differenziale viene confrontato tra i titoli dei vari stati e i BUND tedeschi.

Una considerazione per chiarire ancora di più. Sechiediamo un prestito è fondamentale la fiducia che diamo a chi ci dà i soldi. Sembra banale ma è fondamentale. Considerando il riferimento alla Germania, la sua affidabilità e posizione in Europa la rendono molto "affidabile" e i soldi che potremmo prestarle, acquistando i suoi BUND, sarebbero al sicuro dal rischio di una mancata restituzione alla scadenza fissata. Questo farebbe sì che gli interessi diventassero più bassi come conseguenza.

Se il prestito lo chiedesse una persona, o uno stato, poco affidabili, l'interesse sarebbe più alto per compensare il rischio di una mancata restituzione alla scadenza fissata.

In sostanza, se il Bund rende il 2% all'anno e il Btp italiano rende il 7% all'anno, si dirà che fra i due vi è uno spread, una differenza, del 5,% (oppure, ed è la stessa cosa, di 500 punti). Ipotizzando questi tassi di interesse, compro 10000 Euro di Bund e il mio capitale fra un anno sarà di 10.200 euro; se invece compro 10000 Euro di Btp italiani, fra un anno il mio capitale sarà di 10.700 euro. La differenza di 500 Euro, lo spread, appunto, dipende dal fatto che lo stato italiano è considerato meno affidabile di quello tedesco e quindi c'è una maggiore probabilità (ipotetica) che fallisca e non sia in grado di restituire il denaro dei Btp con i dovuti interessi.

Abbiamo interessi contrapposti. Bello investire con tassi di interesse molto alti, ma brutto per lo stato che dovrà, ogni anno, pagare enormi somme ai propri creditori che hanno acquistato i titoli. Comprare Bund tedeschi significa accontentarsi di un rendimento molto basso ma essere quasi certi di ricevere indietro i soldi con gli interessi; comprare Btp italiani significa puntare a un rendimento più elevato confidando che l'Italia non fallirà.

Ma quanto più lo spread aumenta, tanti più interessi lo stato italiano dovrà pagare e tanto meno apparirà economicamente affidabile: un circolo vizioso, di fatto, che bisogna sapere interpretare per evitare brutte sorprese.

giovedì 6 settembre 2012

l'A B C del trasloco


Cambiare casa, magari quando finalmente si realizza il sogno di acquistarne una propria, non è un'operazione semplice, sopratutto se la famiglia è già numerosa e gli oggetti da portarsi dietro sono molti. Da questo spunto vi lascio un piccolo vademecum sul trasloco che spero vi dia idee e suggerimenti utili sull'argomento.


Il trasloco dovrebbe essere preparato svariate settimane prima della data prevista, in modo da diminuire il carico di lavoro nei giorni dell'effettivo trasferimento. A meno che tu non abbia deciso per il fai da te, la prima cosa da fare è la richiesta di preventivo.
Prenotarlo circa due mesi prima presso l'Azienda preferita dà la certezza di incontrare una certa disponibilità di date; prenotarlo all'ultimo momento, specialmente nei mesi "caldi" (maggio, giugno e luglio), può significare doversi adattare oppure pagare di più il servizio. 
A volte le aziende di traslochi forniscono il materiale da imballaggio necessario, che ti consegneranno a casa, comprendente scatoloni di varie dimensioni, nastro a bolle d'aria, scotch; è opportuno farselo specificare in fase di preventivo. Verifica inoltre l'esistenza di una copertura assicurativa della Ditta (solitamente indicata in contratto) e l'utilizzo di elevatori esterni per il trasporto materiali, a meno che non si tratti di piano terra o primo piano. Accordati con l'azienda di traslochi per chi dovrà richiedere il permesso di occupazione del suolo pubblico, se posizionerà l'elevatore sulla strada.

Dovrai informare del tuo trasferimento le Società per i seguenti servizi (chiedi preventivamente anche all'Amministratore, se vivi in condominio):
Energia elettrica, gas, acqua, telefono; avvisa le Poste per recapitare altrove o fermare le lettere indirizzate a te. Nel Comune che lasci, avvisa l'anagrafe e chiedi loro quali altre incombenze devi espletare personalmente e quali Enti vengono invece avvisati in modo automatico.
Circa un mese prima è opportuno iniziare ad inscatolare le cose che si prevede di non utilizzare: la maggior parte dei libri, servizi di piatti e bicchieri, vestiti della stagione passata. Fai particolare attenzione a mettere il nastro a bolle d'aria fra tutte le parti in ceramica e vetro o comunque fragili, pena il danneggiamento durante il trasporto. Se finisci gli scatoloni, acquistane altri oppure richiedine all'azienda di traslochi.

E' molto importante scrivere sul nastro che chiude ogni scatolone il suo contenuto: arrivati nella nuova casa, succede sempre di avere bisogno di qualcosa ancor prima di avere aperto gli scatoloni e questo accorgimento ti sarà molto d'aiuto.
Gli ultimi scatoloni conterranno il materiale indispensabile e urgente, quindi specifica ancora meglio su di essi il contenuto; fungeranno da kit d'emergenza.
Medicinali e valori devono essere portati al seguito; per i medicinali prestare particolare attenzione alle modalità di conservazione e a tenerli lontani dalla portata dei bambini.
Prenota l'idraulico per il tardo pomeriggio o per il giorno successivo al trasloco: gli allacciamenti del gas per piano di cottura, caldaia ecc., se necessari, possono essere effettuati solo dalle aziende abilitate.

Due settimane prima del trasloco puoi iniziare a consumare i surgelati: tutti quelli che hai nel freezer devono essere terminati, difficilmente sopravvivrebbero all'evento. Tre o quattro giorni prima, è consigliabile iniziare a consumare anche gli altri cibi contenuti nel frigorifero per pulirlo accuratamente il giorno precedente il trasloco.
Ricordati di smontare la parabola satellitare e se hai bambini piccoli organizza il loro affidamento.
Fai una o due copie delle chiavi della nuova abitazione.
Nel giorno del trasloco, al momento di lasciare la vecchia casa, abbassa l'interruttore generale posto nel quadro ENEL, chiudi l'acqua, chiudi il gas ed effettua le letture nei rispettivi contatori.
Nella nuova casa, apri per primi gli scatoloni con gli oggetti più urgenti riponili subito all'interno dei mobili a loro dedicati; le piante eventualmente inscatolate hanno la precedenza!

martedì 4 settembre 2012

La ripartizione delle spese nel condominio

L’articolo 1123 c.c. dispone che “le spese necessarie per la conservazione e per il godimento delle parti comuni dell’edificio, per la prestazione di servizi nell’interesse comune e per le innovazioni deliberate dalla maggioranza sono sostenute dai condomini in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno, salvo diversa convenzione.
Se si tratta di cose destinate a servire i condomini in misura diversa, le spese sono ripartite in proporzione dell’uso che ciascuno può farne.
Qualora un edificio abbia più scale, cortili, lastrici solari, opere o impianti destinati a servire una parte dell’intero fabbricato, le spese relative alla loro manutenzione sono a carico del gruppo di condomini che ne trae utilità”.
E ancora molto importante è quanto dispone l’art. 1118 c.c. secondo il quale “il diritto di ciascun condomino sulle cose indicate dall’art. 1117 c.c. ( cose di uso comune) è proporzionato al valore del piano o porzione di piano che gli appartiene se il titolo non dispone altrimenti”.
Dalla lettura di questi articoli ricaviamo i principi in base ai quali ripartire le spese tra i singoli condomini:

  1. il criterio generale della ripartizione in proporzione al valore della proprietà;
  2. il criterio della ripartizione delle spese in base all’uso che ogni condomino può farne;
  3. il criterio del godimento che ogni condomino può trarne dalla cosa;
La ripartizione delle spese riguarda le spese necessarie, ossia le spese per la conservazione e per il godimento delle parti comuni, quelle per la manutenzione e per il funzionamento degli impianti e servizi comuni e quelle per le innovazioni deliberate nell’assemblea condominiale.

Pertanto i condomini dissenzienti non possono contestare in sede di rendiconto una spesa che essi giudicano inutile, ma devono limitarsi a discuterne l’opportunità in sede di bilancio preventivo.

In pratica i condomini che non sono d’accordo nel procedere a tale spese devono sollevare tale loro obiezione in sede di assemblea al fine di persuadere anche tutti gli altri condomini o almeno la maggioranza di essi ad evitare detta spesa.

Se comunque la spesa viene approvata in sede di assemblea anche i condomini dissenzienti devono partecipare e contribuire per la loro quota non potendosi sottrarre a quanto statuito dalla maggioranza assembleare.

Le norme in materia di spese condominiale possono comunque essere derogate dall’unanimità dei condomini attraverso il regolamento condominiale.

I condomini sono obbligati a corrispondere le spese condominiali anche quando il loro appartamento è vuoto o inutilizzato.

Al condominio moroso possono essere sospesi i servizi


In caso di mora nel pagamento dei contributi condominiali protratta per oltre sei mesi, l'amministratore, laddove il regolamento vigente lo autorizzi espressamente, puo' sospendere al condomino l'utilizzazione dei servizi comuni (ad esempio il riscaldamento, l'acqua calda, i citofoni, ) suscettibili di godimento separato, attraverso le necessarie operazioni sugli impianti, anche da eseguirsi all'interno della proprieta' esclusiva del condomino moroso, obbligato a tollerare tali attivita' sia in forza dello stesso accertamento della facolta' ex art. 63 disp. att. c.c. in capo alla collettivita', sia in forza della specifica disposizione regolamentare.
(sentenza del Tribunale Milano, 19 ottobre 1998) (spese.net)

sabato 1 settembre 2012

MACEF fiera Milano

Buongiorno,
oggi voglio segnalarvi una bella fiera che si terrà a Milano dal 6 al 9 settembre prossimi, relativa anche alle novità sull'arredamento e il design domestico.  MACEF, Salone Internazionale della casa, è uno dei più importanti momenti commerciali a disposizione degli operatori internazionali del settore.

La manifestazione si tiene con cadenza semestrale nelle due edizioni di Primavera (gennaio) e Autunno (settembre). Il suo punto di forza è legato allo stile italiano, alle produzioni di piccola serie e di grande qualità, alle importanti innovazioni di un mondo che continua a stupire per la sua incessante creatività. Macef è pensato per le aziende e per gli operatori che da una mostra cercano soprattutto idee commerciali e prodotti originali e utili, capaci di sollecitare i consumatori e di rivitalizzare i consumi.

I settori di Macef sono:
Alta decorazione, tavola, argenti cucina, oggetti da regalo, trade big volume, bijoux, oro, moda e accessori.Per maggiori informazioni cliccate qui